Discorso del Sindaco in occasione dell'80° anniversario della Liberazione
DISCORSO DEL SINDACO DOTT. REGNICOLI EVASIO IN OCCASIONE DELLE CELEBRAZIONI PER L'80°° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE 1945-2025
Oggi noi Origgesi celebriamo il 25 aprile per commemorare la Liberazione d'Italia dall'occupazione nazista e dal fascismo. Ricordiamo la fine della Seconda Guerra Mondiale per il nostro paese e l'apertura di un periodo di pace e democrazia. Tuttavia negli ultimi anni mi sono spesso ritrovato a pensare e ricordare le frasi di un filosofo greco: "questo è un luogo da cui è difficile avanzare in qualunque direzione. Dove regna un'oscurità impenetrabile ed è difficile trovare alcunchè" perchè i numerosi e sempre più vicini conflitti e guerre, dittature o autocrazie sembrano prosperare e diffondersi nel mondo sempre più piccolo e vicino nel quale viviamo.
Credevamo che l'intriseca crudeltà della natura umana che fa scaturire il totalitarismo attraverso la paura potessere essere eliminata, contenuta, financo limitata se fossimo riusciti a costruire sistemi sociali, politici che dominassero gli istinti umani più aberranti.
Voglio invitarvi a riflettere se l'uomo è buono o cattivo, e se, come credo, ogni gruppo di persone,ogni fazione, ogni partito è simile ad ogni altro, ma che il vero nemico è dentro l'uomo stesso ed è la crudeltà, la gelosia, l'invidia, l'ostilità.
Gli uomini hanno provato a perseguire l'accrescimento del benessere e il miglioramento della qualità della vita con la realizzazione di istituzioni intergovernative come, per esempio, fu la Società delle Nazioni all'inizio del '900, nella quale venivano riposte grandi speranze ma che crollò davanti alle pressioni del nazionalismo fondate su ignoranza, invidia, avarizia
In queste ultime settimane con una nuova Presidenza Statunitense, ci troviamo a a riflettere e discutere sul riarmo e sulla copertura finanziaria che ciò può rappresentare per noi Europei. Cosa è successo da quel lontano 25 aprile 1945 al nostro Paese, all'Italia e agli altri Paesi Europei? come credevamo di poter vivere in futuro? Mi sono ricordato le parole che avevo letto in un saggio di uno scrittore inglese premio nobel, che aveva partecipato alla Seconda Guerra Mondiale.
" Io sono europeo e ottimista, ma non credo che la storia sia qualcosa di meramente teorico. In Europa le frontiere assomigliano alle rughe su un viso anziano e l'unica soluzione per eliminarle è la morte del corpo.Adesso mi farete notare che l'Europa si sta orientando verso una sorte di confederazione; sono d'accordo, e aggiungo che quella confederazione ha il pieno supporto di ogni persona di buon senso e buona volontà. Ma le rughe sono così profonde, e non mi viene in mente nessuna confederazione nella storia che si sia volontariamente sottomessa ad una autorità sovranazionale senza che almeno uno dei suoi membri abbia combattuto una guerra per contestarla. In Europa c'è sempre stato, e c'è ancora oggi, un terribile sostrato di ostilità nazionale, trasmesso di generazione in generazione."
Il nostro scriveva nel lontano 1962, ma come potete ben capire risultano tuttora considerazioni attuali. Quindi come possiamo affrontare con serenità il nostro futuro? Distinguendo bene la storia che potremmo definire accademica con uno sguardo oggettivo con cui l'umanità osserva il proprio passato e può interrogarsi su ciò che è andato bene e ciò che è andato male in modo da poter indirizzare il nostro futuro, dalla storia che si avverte nel sangue e nelle ossa, quelle forme di pregiudizio che sono totalmente negative: ebrei e ariani, neri e bianchi in nome della razza, cattolici e arabi in nome della religione.
Non voglio con ciò dare risposte o prescrivere indirizzi, bensì invitarvi a riflettere a che punto del percorso siamo e avverso dove dovremmo andare, rammentandovi i sei principi fondamentali della Costituzione Europea: dignità, libertà, uguaglianza,solidarietà,cittadinanza,giustizia.
Viva l'Italia libera e democratica, viva l'Europa